Una città che crea, sa e forma

Sintesi del quarto incontro pubblico di Fare Milano

Milano, 23 ottobre 2020

Ultimo appuntamento della prima settimana di incontri pubblici di Fare Milano che si innesta sui temi della formazione, dell’imprenditorialità e della creatività. Luisa Collina apre la giornata con la restituzione dei sette tavoli di lavoro, organizzati dal Politecnico di Milano, a cui hanno partecipato ricercatori, aziende e professionisti. I tavoli hanno rievocato delle visioni condivise della città: Milano come brand riconosciuto e attuale e da non disperdere; Milano come ponte tra l’Italia, l’Europa e il mondo; Milano come ecosistema e piattaforma in cui è vitale l’aspetto sociale e relazionale; Milano come attrattore di talenti; Milano come centro privilegiato di formazione.

Visioni su cui la città potrà costruire il suo futuro ma che non possono essere date per scontate. Milano è un ecosistema complesso e interdipendente e la sua ripresa necessita di strategie integrate e consapevoli dei rapporti che la città ha con il territorio che la circonda, puntando a scoprire anche nuovi mercati innestando la domanda di servizi creativi nelle province limitrofe. Per continuare ad essere centro attrattivo, Milano dovrà imparare ad essere distributiva nei suoi spillover. Per continuare a crescere dovrà imparare a lasciare indietro quello che ha imparato e a ricostruire coraggiosamente il proprio futuro sperimentando e cambiando i propri equilibri, anche grazie a piani che siano adattivi a shock esogeni. Per valorizzare il proprio brand e la propria eccellenza a livello globale, Milano dovrà trovare uno spazio che sia fisico, ma anche digitale e ripensare le proprie esperienze, i propri prodotti e i propri eventi in questo senso. Per non lasciare indietro nessuno dovrà essere sensibile ai bisogni della città e porre al centro del proprio sviluppo equità e inclusione sociale.

L’Assessore Filippo del Corno, ha ricordato che la visione di Milano non potrà prescindere da tre assi fondamentali: Milano città in cui le donne possono esercitare il loro protagonismo nella sfera culturale e creativa; occorre scivolare verso la vera e propria presa di responsabilità facendo così che i giovani si impossessino delle leve di costruzione delle politiche culturali della città; nessuna azione pubblica può prescindere dalla sostenibilità ambientale, economica e dei diritti.

Milano ha nelle università un asset prezioso da valorizzare al meglio, innovando procedure e processi di rapporto con gli enti locali, riconoscendone il valore di centri di produzione culturale e il loro potenziale immaginifico, ma soprattutto riconoscendo agli studenti il loro ruolo trasformativo, mettendoli in condizione di vivere la città e favorirne il cambiamento, anche attraverso un’espansione della rete degli affitti a prezzo calmierato. L’università deve essere messa in condizione di ibridare i linguaggi e contaminare i saperi. Il capitale umano delle università dovrà essere valorizzato dal settore industriale cittadino, che potrà tornare a crescere e a competere sul mercato solo se saprà coglierne il potenziale innovativo e incubarlo all’interno dei suoi processi produttivi. Un ruolo, quello di incubazione, che anche le università dovranno essere messe in condizione di agire, potenziando o creando hub e acceleratori universitari. Milano dovrà impegnarsi a produrre ed esportare tecnologia, provando a ridurre il proprio rapporto di dipendenza dall’estero, puntando su ricerca e innovazione tecnologica.

Milano dovrà essere attrattiva cogliendo l’opportunità del ridisegno delle filiere produttive a livello globale, non dimenticando il ruolo di catalizzatore di istituzioni come la Fiera di Milano anche per settori come il design e la moda e non trascurando i benefici portati dal turismo, che ha premiato Milano come “porta alla bellezza di Italia”. Oltre a quelle della creatività, le industrie su cui Milano e l’Italia dovranno puntare saranno quelle farmaceutiche e biomedicali, quella dell’aerospaziale, che ha un cluster importante in Lombardia, il mondo della cyber security e quello dell’energia. Tenendo presente che gli studenti scelgono prima la città e poi l’istituto in cui studiare, nell’attrazione di nuovi talenti clima, qualità dell’educazione e salute sono i fattori su cui Milano dovrebbe fondare il proprio futuro. Per poter essere attrattiva per le produzioni artistiche e creative Milano dovrà riorganizzare e promuovere il tessuto di talenti e imprese e ristrutturare ove necessario le istituzioni che fanno da porta d’ingresso alla città, come nel caso dell’audiovisivo per la quale si auspica una ristrutturazione del sistema della film-commission e creandone un ufficio autonomo per la città di Milano.

Occorre fare un salto culturale sulla competenza digitale: scoprire nuove dimensioni a cavallo tra reale e virtuale. Milano ha un ritardo da recuperare sul digital divide, che è ancora massiccio e sul quale c’è un lavoro importante da portare avanti in termini di formazione e di cultura del digitale. C’è bisogno di sviluppare nuove competenze e progettualità che sappiano governare il digitale nell’esperienza formativa, esplorando diverse modalità di organizzazione, di produzione e di educazione, che tengano sempre al centro la relazione tra individui e non solo la connessione. Come le università e le accademie, anche gli spazi museali dovranno essere luoghi di interdisciplinarità, formazione ed educazione alla complessità. Serviranno nuove professioni legate al digitale, al coinvolgimento delle comunità e più in generale alla cura, superando il modello della valorizzazione. Quelli della cultura e dell’innovazione sociale, saranno professionisti ibridi a cavallo tra scienza, tecnologia e creatività, che dovranno essere messi in condizione di mettere in pratica la loro capacità progettuale, lavorare alla scala della prossimità e di aprire la città a nuove esperienea, facendo attenzione alle disuguaglianze e garantendo a tutti le medesime condizioni per esprimere il proprio talento.

Hanno partecipato: Filippo del Corno (Assessore Comune di Milano), Luisa Collina (Politecnico di Milano), James Bradburne (Pinacoteca di Brera), Ferruccio Resta (Politecnico di Milano), Antonio Calabrò (Fondazione Pirelli), Gianni Canova (IULM), Enrico Pazzali (Fiera Milano), Stefania Lazzaroni (Altagamma), Ruggero Pietromarchi (Terraforma),  Stefano Mirti (Fondazione Milano Scuole Civiche), Maria Grazia Mattei (MEET), Ivana Borrelli (TIM), Elio Franzini (UniMi), Raffaello Vignali (Conservatorio Milano), Antonio Pace (Fondo Italiano d’Investimanto SGR), Sergio Sorgi (Progetica), Paolo dalla Sega (Università Cattolica), Emanuela Daffra (Polo Museale Lombardia), Elena Marinoni (Marangoni), Donato Medici (Galileo Global Education), Carlo Antonelli (Fiera Milano Media).

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